È vietato per tre anni pescare i ricci di mare in tutta la Puglia e nelle sue acque territoriali regionali.Con l’obiettivo di tutelare e salvaguardare i ricci di mare, la proposta di legge,è stata approvata il 28 marzo in Consiglio regionale pugliese.
“Un fermo pesca necessario per consentire il recupero degli stock e la ricostituzione della risorsa nel nostro mare territoriale, messa a rischio dal massiccio prelievo effettuato negli ultimi anni“.
Nello specifico la legge dispone non solo il divieto all’attività di pesca del riccio di mare, ma anche la detenzione, il trasporto, lo sbarco e la commercializzazione di tutti gli esemplari di riccio e dei suoi derivati.
In realtà già da diversi anni i ricci e la polpa di riccio serviti nei ristoranti salentini e pugliesi non provengono dai nostri mari ma da quelli di altri Paesi, anche extra mediterranei: Spagna, Grecia, Portogallo, Croazia e Albania, addirittura Cile.
Importanza dei ricci di mare.
Il riccio di mare, ha un ruolo ecologico fondamentale per l’ecosistema marino costiero.
Il merito è tutto della sua dieta erbivora che aiuta il mare e non solo.In effetti, i ricci di mare si nutrono soprattutto di macro-alghe, controllandone la quantità e riducendone la presenza. Meno ricci significa anche più alghe sui fondali, con un’alterazione pericolosa della situazione costiera. La pesca di questa specie, inoltre, sta riducendo il numero di esemplari di piccola e media taglia.
In questo modo, i predatori principali (saraghi e donzelle tanto per citare due esempi) vengono spinti a trasferirsi in aree diverse, riducendo le specie ittiche commerciali relative alla piccola pesca. Ci vorrà pazienza, fra tre anni se ne saprà di più sulla reale efficacia di questi blocchi.
il divieto di pescare i ricci di mare anche in altre regioni.
La Puglia non è la prima regione che si comporta in questa maniera con i ricci di mare. Tra il 2021 e il 2022, infatti, anche la Sardegna si è mossa allo stesso modo, approvando due leggi che hanno interrotto le attività legate a questa specie. In poche parole, fino al 2025 non è possibile nell’isola prelevare, raccogliere, detenere, trasportare e commercializzare gli esemplari e nemmeno i prodotti derivati freschi.
Scritto da DAVIDE MONA per Raccontidipesca
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