Spigole Napoletane.

By Antonio Falanga

Erano gli anni di Napoli, anni che porto nel cuore, anni in cui si studiava sul campo pescando, e la notte si pensava come apportare le migliorie su tutto il sistema pescante.

Ricordo un giorno capitai per caso in un posto che a Napoli molti considerano il paradiso della pesca, dove tutti desideravano pescare, ma dove tutti riempivano i secchi solo di cefali, salpe, boghe e qualche sarago di gomma.

In effetti era il paradiso della pesca, ma era difficile pescarci, perché le bolognesi, le canne da surf, da paf, da spinning ecc, non avevano vita facile in quelle acque profonde e piene di ostacoli sul fondo. Eppure io sapevo che c’erano le spigole enormi li dentro, dovevo solo trovare il modo di fregarle.

Passai giorni, notti, pomeriggi interi a provare e riprovare a pescare senza alcun risultato. Optai per l’unica tecnica possibile per fregare i bestioni li… La teleferica con il vivo.

Provai e riprovai con vari pesci esca…in primis il cefalo, ma notai che rimaneva troppo a galla e non scendeva sotto, così cercai d’innescare dei pesci che tendevano a guadagnare il fondo.

Finalmente trovai il pesce esca adatto, ma la classica teleferica mi portava il pesce sul fondo, dove per paura di essere predato si nascondeva nelle alghe, tra gli scogli ecc…nascondendosi agli occhi dei predatori come la spigola, ma non poteva sfuggire ad un grande predone dall’olfatto infallibile come quello di un cane da tartufi… Il grongo.

E fu così che incominciai a pescare enormi gronghi.

Ma non erano loro i pesci che volevo, cercavo le grosse spigole!!! Dovevo capire come pescava la lenza sul fondo, solo così avrei capito come far funzionare il calamento. Così un giorno lanciai un grosso piombo, misi la lenza in trazione, mi misi maschera e pinne e mi tuffai in acqua, ed incominciai a seguire la lenza.

Notai subito che la lenza non era dritta ma bensì si inarcava in acqua, e una volta giunto sul fondo, notai che c’erano una decina di metri di lenza schiacciata sul fondo prima di arrivare al piombo. Quindi per far pescare l’esca viva a due – 3 metri sopra il fondo dovevo mettere un nodo di stop ad almeno 14-15 metri sopra il piombo.

Ma cosa bisognava fare per far fermare un moschettone a 15 metri sopra il piombo??? Ebbene il lampo di genio mi venne di notte, mentre pensavo come fare, la mattina dopo mi alzai e costruí la prima teleferica che avrebbe cambiato il modo di pescare appunto a teleferica.

Quando la prima sera l’andai a provare fú una svolta pazzesca. Quattro grosse spigole dai 3 ai 6 kg finirono nel grosso frigo igloo posto nel bagagliaio della mia auto. Ricordo quella sera passarono 3 bolognesari, avevano preso delle occhiate e vope. Mi chiesero cosa avessi preso, ed io gli mostrai solo i pesci esca vivi che avevo nella nassa in acqua.

Le loro parole furono queste: “Aaaah vedo che anche tu hai preso poca roba, qui dentro non si prende più niente, una volta si pescava qualche grosso pesce, ma adesso é sparito tutto, forse perché calano troppe reti”…avrei voluto mostrargli le 4 bestiole che avevo pescato per vedere le loro facce, ma li lasciai andare via con la loro convinzione. Da quella sera decine e decine di spigoloni furono catturate dal sottoscritto in silenzio, mentre gli altri pescavano vope, salpe e cefali e qualche sarago ogni tanto.

Poi arrivarono immancabilmente le malelingue, che dicevano che il sottoscritto sapeva pescare solo li dentro, in quel posto magico dove altri non pescavano niente.

La mia teleferica tutt’ora segreta, continuò a catturare spigoloni anche a pozzuoli, capo miseno, sabaudia, terracina, gaeta, ecc, ecc… fino a quando andai via da Napoli.

spigola raccontidipesca

Ora molta gente continua a pescare in quel posto magico dove Antonio Falanga tirava su le spigole, tra cui quella in foto che fece fermare l’ago della bilancia sui 10, 200 kg…e tutt’ora ~ rimasta la spigola più grande che abbia mai preso, ma nessuno e mai riuscito ancora a tirar fuori una grossa spigola. I grossi serranidi continuano a vivere e crescere in quel posto magico indisturbate, dove ancora nessuno oltre a me ha capito come pescarle…. 😉 bY Antonio Falanga.

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Pubblicato da Raccontidipesca

Pescatore e blogger per passione ! Nel tempo, ho sperimentato diverse tecniche di pesca, dal surf casting al legering al bolentino,passando dalla bolognese all’inglese, sia in acqua dolce che in mare. Ho seguito l’evoluzione della pesca “moderna”, come lo spinning e l’eging, con le varie sottospecie come il light rock fishing. Grazie agli articoli e ai post che pubblico, ho avuto il piacere di entrare in contatto con numerosi pescatori e appassionati che mi supportano nella scrittura, condividendo le loro esperienze, scoperte, tecniche, novità e suggerimenti. Da più di dieci anni scrivo e condivido le mie avventure di pesca con voi, nella speranza di ispirare e coinvolgere in questa meravigliosa attività. Attraverso il blog e i vari canali social ,come un gruppo e una pagina su Facebook , instagram ,Twitter, Pinterest . Spero che il mio entusiasmo sia contagioso e che, insieme, possiamo continuare a imparare, condividere e goderci la bellezza della pesca. Percorrendo la strada della ricerca dell’aggiornamento e della condivisione cerco di promuovere e condividere la pesca in tutte le sue forme , nel rispetto dell’ambiente e della natura cercando di far conoscere questa difficile parola che è il catch e release. A presto, amici pescatori !