By Mimmo Dammiano
Storie di mare con la buonanima di Cenzino Trotta. Si aspettava la stagione della fioritura delle ginestre,(Sparti). La fioritura delle ginestre ci indicava l’entrata delle occhiate.Il post era alquanto fuori mano, si trattava di raggiungere l’isola di Santojanni con mare formato. Il momento più critico era, l’ormeggio della barca.Il punto con meno risacca era in una piccola insenatura situata presso la punta di terra dell’isola.Ancorata la barca, ci si recava nel punto a Nord, dove la risacca sembra essere permanente,persino con mare poco mosso. Arrivati alla dimora, Cenzino preparava la pastura a base di rimanenze di pancarrè e cap’d’alici tritati,(teste di alici). Si mischiava tutto in un secchione di pittura pulito,si riempiva di acqua e, a ritmo sequenziale si buttava in mare.La pastura liquida, gettata nella risacca, si allontanava creando un alone profumato, una scia biancastra che faceva avvicinare le occhiate senza che mangiassero, seguivano la provenienza dell’odore fino ad arrivare ai bocconi con l’amo .Si armavano le canne da 9 metri, lenza madre 035,piombino a goccia da 5 grammi, girellina, due braccioli a forcella dello 025,ami dall’8 al 12,galleggiante a pera e pasta preparata da Cenzino.
Cenzino dettava legge:dovevamo pescare tutti alla stessa lunghezza, la stessa profondità è le armature uguali.Non dovevamo metterci in pesca finché non ci dava il consenso.Era rigorosamente vietato farsi slamare o rompere il terminale dall’occhiata.
Sull`isola di Santojanni abbiamo fatto pescate da capogiro, occhiate da un Chilogrammo tirate su senza guadino, nessuno di noi si portava il guadino. Potevamo essere persone diverse ma, il mare ci ha fregati.
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