Oloturia storie di mare

Storie di mare.

L’oloturia,cetriolo di mare,in volgare”cazz’i mar”.i vecchi pescatori di palamiti,spesso si recavano ai Licini,alla Calavecchia o alla secca di Castrocucco per andare a raccogliere in mare le oloturie.

Le ponevano su di una tavoletta e con un coltello molto tagliente, tagliavano le due estremità,dopodiché,li aprivano come un fichidindia, gli asportavano lo stomaco tagliandolo a tocchettini in base all’amo che usavano.In base al periodo che veniva usata,risultava la migliore esca per saraghi,ed era persino duratura.In pochi conoscono il ruolo dell’oloturia in mare,certamente non da trascurare.

Le oloturie, organismi invertebrati che vivono sui fondali marini sabbiosi,sono considerati dei piccoli spazzini del mare. Nutrendosi della materia organica di scarto che si deposita sulla sabbia,rendono più pulito l’ambiente,in più il loro materiale di scarto è spesso fonte di nutrimento per le famiglie corallifere.A dispetto del loro aspetto statico,svolgono dunque un compito pressoché unico.

Ma l’uomo ignorando questo aspetto, sta ponendo a rischio la loro sopravivenza.I cetrioli vengono raccolti dai fondali per essere rivenduti sui mercati orientali, dove vengono consumati fritti o sotto forma di minestre.

by Mimmo Dammiano

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