Mare in scaduta, pescare con il galleggiante, si puo’ fare!

Testo e foto by Davide Mona per: raccontidipesca

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Vogliamo dare la definizione di scaduta, quel periodo che intercorre tra una bella mareggiata e il ritorno alla calma delle acque. Il momento che più ci interessa e quando le acque passano dal caratteristico color marrone con presenza di forti onde al color verde smeraldo con poca onda con andamento ormai quasi regolare.

mare in agitato in scaduta

Questa e la fase che ci interessa e che sfrutteremo utilizzando una discreta quantità di bigattini. Un fattore importante nella pesca in trattenuta in corrente e la scelta del luogo e di quegli elementi fisici come intensità e direzione della corrente  profondità e, non per ultimo, ostacoli presenti che potrebbero risultare fondamentali sul esito finale di un combattimento, bisogna essere anche un po’ veggenti.

Bello essere in riva al mare in presenza di acque quasi calme e torbide abbiamo tutte le possibilita’ per fare una pescata da ricordare. Scelto il luogo di pesca potendo proveremo a sondare il fondo, un operazione che molto difficilmente  riesce in tali condizioni di moto ondoso. Comunque e’ regola fondamentale tarare la lenza con una profondita’ di circa un metro e mezzo superiore alla reale profondita’ marina presente in quel punto.

Cio’ per consentire all’esca di seguire piu’ facilmente la scia della pastura, e anche il piu’ naturale possibile.

Il tipo di piombatura della lenza è il fattore che ci permetterà di “scegliere” quale tipo di pesce insidiare. E’ noto che il sarago per esempio mangia più lentamente, quasi da fermo, quindi appesantendo la paratura e durante la nostra passata tratterremo la lenza, per far si che il movimento sia lento e compassato . invece per esempio sappiamo che la spigola è un insaziabile predatore quindi dovremmo avvalerci di una lenza morbida ,sulla quale opereremo una modesta trattenuta, facendo in modo che l’esca scorra con velocità costante .Dunque, per quanto riguarda diametro del monofilo e dimensioni del galleggiante, il calamento cui ci affideremo sarà simile qualunque sia il pesce che vorremo insidiare .

  • il sarago per esempio mangia più lentamente, quasi da fermo, quindi appesantendo la paratura
  • la spigola è un insaziabile predatore quindi dovremmo avvalerci di una lenza morbida ,sulla quale opereremo una modesta trattenuta

Cambierà invece la disposizione della piombatura, che sarà più raggruppata verso l’amo se intendiamo insidiare un bel sarago o un’orata, mentre sarà realizzata a scalare, cioè distribuita su tutto il finale lasciando liberi soltanto gli ultimi 70-80 centimetri, se intendiamo insidiare una famelica spigola.

La canna cui  ci affideremo  è una bolognese di sei metri c’è anche chi preferisce la sette metri , visti i materiali e il carbonio di ultima generazione utilizzato  che permette di avere tra le mani attrezzi veramente leggeri e resistenti anche nelle versioni più lunghe comunque la sei metri si rivela sempre versatile maneggevole anche pescando in condizioni meteo marine avverse.

Pescatore con canna e galleggiante in scogliera

 Un calamento, veramente semplice, è costituito da un galleggiante piombato di peso variabile tra i 3 e i 6 grammi: il più utilizzato è senza alcun dubbio quello più leggero mentre il 6 grammi verrà montato in presenza di onda discreta e conseguente schiuma, in quanto più stabile e visibile . Esso sarà scorrevole e collocato sul filo del mulinello (0.18), logicamente vi sarà a  monte uno stop di lana e una perlina  scori filo mentre a valle è posizionata una perlina salva nodo e la girella del n. 18 valido anche l’ utilizzo di una girella tripla. A essa agganceremo il finale la cui lunghezza oscilla tra il metro e mezzo e i due metri e mezzo.  Il diametro del finale varia da uno 0.13 e uno 0.15  millimetri.

La scelta  del diametro del filo spesso è influenzata anche dalle asperità del luogo di pesca prescelto. Il perché è facilmente intuibile; se dove stiamo pescando la fase di “guadinaggio” è difficoltosa utilizzeremo un diametro più grosso, quindi propenderemo verso lo 0.15 millimetri. Viceversa, se le difficoltà sono limitate e il colore delle acque tende a schiarire, propenderemo verso lo 0.13. l’amo sarà un numero 14, l’innesco è quello classico a tre bigattini, uno lungo l asse e due infilzati sull’apice.

L’ INNESCO DEL BIGATTINO

Operazione fondamentale in questa tecnica , a cui dovremo prestare particolare attenzione , è quella di ben individuare la direzione della corrente marina , in modo tale da essere sempre sicuri di pescare in pastura.

Testo e foto by Davide Mona per: raccontidipesca

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Pubblicato da Raccontidipesca

Pescatore e blogger per passione ! Nel tempo, ho sperimentato diverse tecniche di pesca, dal surf casting al legering al bolentino,passando dalla bolognese all’inglese, sia in acqua dolce che in mare. Ho seguito l’evoluzione della pesca “moderna”, come lo spinning e l’eging, con le varie sottospecie come il light rock fishing. Grazie agli articoli e ai post che pubblico, ho avuto il piacere di entrare in contatto con numerosi pescatori e appassionati che mi supportano nella scrittura, condividendo le loro esperienze, scoperte, tecniche, novità e suggerimenti. Da più di dieci anni scrivo e condivido le mie avventure di pesca con voi, nella speranza di ispirare e coinvolgere in questa meravigliosa attività. Attraverso il blog e i vari canali social ,come un gruppo e una pagina su Facebook , instagram ,Twitter, Pinterest . Spero che il mio entusiasmo sia contagioso e che, insieme, possiamo continuare a imparare, condividere e goderci la bellezza della pesca. Percorrendo la strada della ricerca dell’aggiornamento e della condivisione cerco di promuovere e condividere la pesca in tutte le sue forme , nel rispetto dell’ambiente e della natura cercando di far conoscere questa difficile parola che è il catch e release. A presto, amici pescatori !